LINFA. FOGLIA. SCORRERE

LINFA. FOGLIA. SCORRERE
(Anche quando lavoriamo con il corpo lavoriamo con le coscienze)

In questi giorni con Jonas (AT teacher e assistente di Milne con craniosacrale) abbiamo avuto uno scambio intenso, quasi giorno e notte, 4 giorni di lavoro interrotto solo da 2 di insegnamento e preceduti da almeno 50 scambi di e-mail da settembre in qua per mettere in parallelo la cranioscarale e il movimento secondo i principi del pilates e del qi gong, uniti all’anatomy in motion in cui sto entrando e i principi dell’aikido che lui conosce bene. Entrambi veniamo da studi di sciamesimo (anche se direi pratiche) di radice diversa ma che hanno delle cose vicine. Scambio, trattamenti e lezione di movimento e carta e penna con giornate strutturate (thanking the demiurgo that Jonas is german, otherwise it would be all about moving and abstract ideas). In buona sostanza, la domanda cui approdavo di continuo era questa possibilità di “far danzare” il sistema nervoso. Con tanto di testi alla mano e prove di movimento release prima e dopo lavoro con il cranio. Prima di uno degli ultimi scambi abbiamo danzato e subito dopo il trattamento lo scambio solo per immagini arrivate. In quel caso mi trattava lui (e vengo da un mese emotivamente forte e lui lo stesso). A metà trattamento con Jonas lui “mi chiede” se può rimanere solo sul cranio – spesso il frame nel lavoro di Milne va anche in altre zone per non tenere tutta l’energia lì. Non me lo chiede a voce ma io lo sento, non so come dire, questa comunicazione è attivissima (soprattutto per me quando lavora sullo sfenoide). E appena dentro dico “sì, puoi stare su senza andare alla periferia” sento tutta la zona del gracile e tutta la zampa d’oca che si sfrhshshsfr (onomatopeicamente è correttissimo). Dopo la sera siamo stati tanto sul testo di Kern (Craniosacrale. Principi ed esperienze terapeutiche) e quello che dice riguardo al rilascio degli ormoni ipofisari in relazione al movimento oscillatorio della ghiandola pituitaria (abbiamo riso tanto quando gli parlavo di “sella turca” e lui diceva “Hirnanhangsdrüse” e io lo ripronunciavo non si sa come. Abbiamo parlato di quel che Milne dice rispetto alla respirazione primaria e questa zona e lo abbiamo collegato al primary control dell’AT (Alexander Technique). Una sera intera l’abbiamo passata sulla motilità craniale di cui mi ha spiegato molto in relazione agli esercizi di demeccanizzazione teatrale del viso. Un’alba abbiamo tentato meditazione e poi movimento e poi trattamento e movimento. Io la settimana prima avevo lavorato su un mio vecchio infortunio all’anca con un’osteopata di cui mi fido di scuola inglese (che poi anche Jonas ha conosciuto) e lei era andata su intestino ovaie e paravertebrali, lavorando molto tutto il tessuto a livello vasto laterale e tensor fasciae latae. Ho avuto questa visione che l’anca ha beneficiato del trattamento di osteopatia come se una foglia fosse tornata a muoversi bene, mentre col lavoro craniale la linfa dentro riscorreva bene. Questa immagine verde, ecco. Allora, per quel che concerne quello in cui penso di poter dare qualcosa in questo senso, la mia ricerca del movimento in “riesci a danzarlo dalle ossa” in controtendenza rispetto al predominio muscolare, penso che nei prossimi dieci anni andrà tutta sul riuscire a far danzare il sistema nervoso. Ovviamente, conosciamo tutti il lavoro di Emilie Conrad e il Continuum è quanto di più vicino. Essendo Jonas anche produttore musicale ovviamente abbiamo parlato e ascoltato a lungo diversi binaural beats che avevo selezionato in tutto l’anno, cercando di sincerarci sulla qualità della cosa, ché spesso in rete si trovano fandonie sonore new age. Il lavoro che in silenzio e senza essere pagati stiamo facendo è di un valore immane per entrambi. Ogni volta che torno in Italia questo scambio mi manca tanto ed è pazzesco che riesca ad averlo di più con gli psicologi che non con gli insegnanti di movimento o similia. Non abbiamo ora con Jonas il tempo e il denaro e la vicinanza per elaborare un cd apposito, ma molte delle cose che ha registrato io le uso a lezione. L’intento però sarebbe quello di vedere il movimento naturale dopo un trattamento in un soggetto con una buona percezione e immaginare il suono che potrebbe portarlo. Lo so che sembra molto intellettuale e astratto, ma vi assicuro che quando ho iniziato a muovermi liberamente lui ha immaginato il suono e la mia danza dopo il trattamento è durata un tot e lui poi mi ha fatto praticamente la traduzione per potenziali strumenti musicali di quello che aveva visto. Come una partitura musicale immaginata durante movimenti liberi. Anche quando lavoriamo con il corpo lavoriamo con le coscienze. L’era del vendere set di movimenti o dare ordini sulle esecuzioni senza stare nel cuore non potrà in alcun modo condurre a uno stato da cui il movimento si libera nelle possibilità del corpo profonde. In un altro trattamento ho avuto dopo un lavoro sullo sfenoide lo stesso ritorno respiratorio di quando riesci dall’acqua e risali con il modello decompressivo. Ne abbiamo parlato tanto dopo del paragone con le immersioni. Abbiamo parlato anche molto della collaborazione con le tendenze negative che un insegnate ha dentro e con cui può agire. Ovviamente affrontando le origini (costellazioni, ipnosi regressive etc.). Abbiamo avuto anche momenti di tensione perché siamo esseri umani (e tutti e due con lo scorpione nel tema natale), momenti che sono stati inclusi poi di nuovo nella natura ritmica. Io penso che sia molto importante parlare e scrivere di queste cose. Ed è stato molto importante per me presentare ai ragazzi del I anno tutto il processo e quando Jonas ha dato elementi anche intimi della sua biografia e del suo avvicinamento a queste discipline, io ho tirato un sospiro di sollievo, perché così i ragazzi sperimentano che significa avere anche docenti molto trasparenti e nudi.
Insegnare non è vessare o che insegni e intanto ti guardi allo specchio o ti metti a giudicare chi “ti sta sotto” (il che richiede che ci sia la logica del mettere sotto). Per questo occorre che l’insegnante abbia dubbi, si confronti, continui a studiare e a praticare, dialogare con altre figure e, durante l’insegnamento, lasci spazi di intuizione, esperienza, sorpresa, dolcezza. Prima di tutto l’insegnante dovrebbe farlo con i propri tessuti, perché mobilità e motilità possano esprimere. Tutte le parti di tutto. #ossacraniche #respirazioneprimaria #campounificatodimovimento#membrane #ossamembranesincronia

Nella foto, io e Jonas molto seri

(Un ringraziamento a mia madre che ci ha lasciato il suo tappeto e sala e la penisola dove si mangia è diventata una cosa coperta da libri e ossa e deasolosachealtro)

 

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